Il Salento è noto per essere una terra calda e accogliente, la cui storia è racchiusa tra le piazze, le chiese e i palazzi di borghi antichi. Se anche voi state programmando le vostre prossime vacanze in questo meraviglioso territorio – fatto di odori e sapori, tradizione e cultura – allora ricordate di segnare sulla mappa il comune di Vernole!
Antichissimo borgo rurale a 12 km da Lecce, con appena 7000 abitanti, Vernole è un piccolo comune a sud del capoluogo barocco e include cinque frazioni (Acaya, Acquarica di Lecce, Pisignano, Strudà, Vanze e le Cesine – Riserva naturale dello Stato e Oasi protetta del WWF). Il clima mediterraneo è scandito da inverni miti ed estati molto calde e umide, durante le quali non potrete fare a meno di una buona crema solare e di un paio di occhiali da sole!
Vernole
è un vero e proprio puzzle urbano che vanta un affascinante patrimonio storico,
culturale e paesaggistico.
Cenni
storici: una storia incisa nei menhir
La
storia di Vernole è antichissima: risale alla notte dei tempi ed è incisa
nelle pietre di menhir neolitici, sparsi nelle vaste campagne
circostanti. Il territorio di Vernole è un mosaico di civiltà e culture: dai
Normanni, ai Messapi, dagli Angioini, ai Romani, ogni popolo che abbia messo
piede in questa terra ha lasciato dietro di sé la propria traccia. Tuttavia, i
primi documenti che attestano la nascita del borgo risalgono al XI-XII secolo;
in questi anni il territorio venne concesso al vescovo di Lecce. Seguì poi il
dominio degli Angioini e di vari feudatari. Ma è nel 1500, epoca rinascimentale,
che Vernole conobbe il periodo di maggior ricchezza: i casali si
trasformarono in borghi, le città si cinsero di mura fortificate, vennero
eretti castelli e chiese, dando vita a una vera e propria trasformazione
architettonica e culturale del territorio.
Origini
del nome: un’etimologia incerta
L’etimologia
di questo borgo salentino è ancora oggi incerta giacché esistono due
teorie contrastanti. Secondo Giacomo Arditi il termine deriverebbe da vernatio
che vuol dire “deporre le vecchie spoglie”, ad indicare un evento legato a una
antica credenza religiosa; più profana la teoria di Eugenio De Carlo, uno
storico locale, secondo cui il termine deriverebbe dal latino verno che
vuol dire “germogliare”, considerando il clima mite e favorevole del
territorio.
In
linea con questa visione bucolica, la tradizione locale ha optato per
considerare Vernole come la derivazione dell’espressione ver in oleis –
“primavera tra gli ulivi” – considerate
le enormi distese di ulivi che caratterizzano la flora del territorio.
In
dialetto salentino, il comune è noto come Ernule.
Cosa
vedere a Vernole: il centro storico tra edifici sacri e civili
Anche nel centro storico di Vernole, come in qualsiasi borgo del Salento, vi ritroverete a percorrere stradine strette e lastricate che vi condurranno in piazze antiche e assolate, tra chiese rinascimentali e palazzi signorili. Tra gli edifici sacri meritano una menzione la Chiesa di Maria Santissima Assunta: costruita nel 1730 sulle rovine di un vecchio edificio, è considerata la Chiesa Madre di Vernole.
La
facciata è caratterizzata da un ricamo barocco, di tipico gusto
rinascimentale, che si articola tra sirene mitologiche, motivi floreali e
stranianti figure allegoriche. L’interno della Chiesa è decorato con bellissimi
altari in marmo policromo.
La Chiesa di Maria Santissima della Visitazione, anche nota come Madonna del Monte è edificata su un lieve rialzo terroso. Fu costruita, tra il 1673 ed il 1680, interamente in pietra leccese. La facciata è semplice e lineare; quattro capitelli d’ordine corinzio delimitano il portale d’ingresso. All’interno della chiesetta è presente un piccolo altare di stile barocco tra le cui colonne è conservata la copia di una pala raffigurante Sant’Anna. Seguono gli edifici civili come Palazzo Baronale, costruito tra il 1762 e il 1766, appartenente alla famiglia Bernardini e caratterizzato da un grande portale in bugnato.
In piazza Vittorio Veneto, potrete ammirare la maestosa Colonna
votiva di Sant’Anna risalente alla fine del XVIII secolo. Ultimata nel
1781, la colonna è completamente realizzata in pietra leccese ed è
dedicata a Sant’Anna. La statua della Santa si erge sulla sommità della colonna
assieme alla figura della Madonna bambina che indica la via della fede alla sua
mamma. Sant’Anna è la protettrice di Vernole e in suo onore, ogni anno,
nel mese di luglio, si tiene una popolare festa patronale in cui la Santa è
celebrata assieme al suo sposo: San Gioacchino.
Nei sotterranei di piazza Vittorio Veneto è custodito l’antichissimo frantoio ipogeo “Caffa”. Risalente al XVI secolo, questo trappeto era adibito alla lavorazione e spremitura delle olive prodotte negli oliveti millenari del territorio vernolese. Interamente ricavato nel banco roccioso della piazza, il frantoio conserva al suo interno i torchi e le macine usate dai contadini di un tempo.
Storia
e leggenda si fondano nei sotterranei di questa piazza: si narra, infatti, che
l’ipogeo fosse da sempre abitato da un gruppo di folletti chiamati
“uri”. Una ciurmaglia di folletti furbi e chiassosi che, nelle ore della notte,
gozzovigliavano tra le macine del trappeto e svuotavano gli otri di vino, per
poi risalire in superficie e mettere a segno gli scherzi più impensati ai danni
dei contadini vernolesi.
Le
campagne di Vernole: in sella a una bici tra masserie e pajare
Dopo aver terminato il giro nel centro storico, non potete farvi scappare l’occasione di trascorrere delle ore a contatto con la natura! Vernole, infatti, dista solo pochi Km dalle sue frazioni che sono facilmente raggiungibili in bici. Ecco perché gli amanti dello sport potranno affittare una bici e montare in sellaconcedendosi una passeggiata lungo le stradine sterrate delle campagne circostanti. Un’esperienza unica che vi permetterà non solo di essere a contatto con la natura, ma anche di scorgere la bellezza dei paesaggi rurali di Vernole: fitti boschi e querce antiche (come la millenaria Lizza dei Briganti) faranno da sfondo ai vostri itinerari. In primavera e in estate, tra ulivi secolari e lingue di muretti a secco – patrimonio dell’Unesco – nei campi sbocciano rare orchidee selvatiche, chiamate “le scarpette della Madonna” dai salentini, papaveri rossi, margherite bianche e gigli. Durante questo percorso nella natura, scorgerete antichissime dimore coloniali: le masserie.
Solo nel territorio circondario di Vernole se ne possono contare ben diciannove. Costruzioni tipiche del Salento, le masserie vennero costruite tra il XIV e il XIX secolo come dimora dei latifondisti e dei contadini che lavoravano la terra. Nate per difendere i propri terreni, queste case rurali sono cinte da mura difensive e fossati e l’accesso è consentito attraverso ponti levatoi e grossi portali. Di tanto, intanto, vi capiterà anche di imbattervi nelle pajare.
Architetture
locali dall’insolita forma, erano usate dai contadini come rifugio e venivano
edificate incastrando abilmente pietre di ogni forma e dimensione. Seguendo il
principio dei muretti a secco, anche le pajare sono innalzate senza
l’impiego di alcun tipo di cemento o malta: strati di pietre poggiano l’uno
sull’altro e si innalzano verso l’alto dando vita a un’architettura dalla forma
conica che presenta una piccola feritoia nella parte alta.
Cosa
mangiare a Vernole: Masseria Cinque Santi e Oleificio cooperativo Sant’Anna
Chi visita il Salento sa bene che in questa terra baciata dal sole, e smossa dal vento, la cucina è un aspetto fondamentale della vita e della cultura del posto. La tradizione culinaria salentina si “riduce” tutta al giro d’olio d’oliva a crudo sulle verdure grigliate, alla fetta di pane per la scarpetta nel sugo fresco, alla pasta fatta in casa con una spolverata di formaggio ricotta.
A
Vernole, potrete desinare in una delle masserie storiche ristrutturate e
riconvertite, come la Masseria Cinque Santi. Sita sulla Strada Statale
Lecce-Vernole, offre ai suoi clienti piatti tipici della cucina salentina
in versione gourmet.
In
questa masseria, tra i banconi della cucina, a farla da padrone è la materia
prima: è l’apoteosi del km 0. Prodotti freschi e di stagione sono combinati
assieme per realizzare, ogni giorno, piatti gustosi. Se deciderete di prenotare
un tavolo qui, non fatevi scappare l’occasione di gustare i formaggi al
finocchietto o alla curcuma realizzati con il latte prodotto in azienda e seguendo
i tradizionali metodi di una volta.
Se,
invece, desiderate vivere l’esperienza di gustare un olio d’oliva pluripremiato
allora provate a visitare l’Oleificio Cooperativo Sant’Anna. Eccellenza
del territorio per la qualità del prodotto e le moderne tecnologie di
produzione, l’oleificio di Vernole conta ben duecento soci. Premiati in tutto
il mondo, i soci lavorano per produrre un olio extra vergine d’oliva dal
profumo intenso e fruttato, perfetto per condire le tipiche frise
salentine con il pomodoro.
Cosa
aspettate? Non indugiate e prenotate la vostra prossima vacanza in Salento
per venire a visitare Vernole e le
sue frazioni!
Martina
Patera