Fu eretta per volere di Raimondello Orsini del Balzo, principe di Taranto e cadetto di Nicolò Orsini conte di Nola, che sposò nel 1384 Maria d’Enghien, contessa di Lecce, la quale aveva in proprietà alcune terre del Salento.

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La facciata della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria

Il conte dedicò il tempio a Santa Caterina d’Alessandria, folgorato da un pellegrinaggio compiuto sul Sinai dove aveva visitato, fra l’altro, l’omonimo celebre convento. Nell’abside della maestosa tardo – romanica (tanto da costituire un raro esempio di architettura gotica nel Salento) struttura galatinese vi è il mausoleo del figlio Giovanni Antonio Orsini Del Balzo (a destra nel coro ottagonale quello di Raimondello). Facciata dalla triplice cuspide, rosone in pietra, portali finemente lavorati e cinque navate all’interno. Sono gli affreschi (commissionati da Maria D’Enghien), praticamente estesi in ogni dove, a rendere famosissima la Basilica.

Il conte dedicò il tempio a Santa Caterina d’Alessandria, folgorato da un pellegrinaggio compiuto sul Sinai dove aveva visitato, fra l’altro, l’omonimo celebre convento. Nell’abside della maestosa tardo – romanica (tanto da costituire un raro esempio di architettura gotica nel Salento) struttura galatinese vi è il mausoleo del figlio Giovanni Antonio Orsini Del Balzo (a destra nel coro ottagonale quello di Raimondello). Facciata dalla triplice cuspide, rosone in pietra, portali finemente lavorati e cinque navate all’interno. Sono gli affreschi (commissionati da Maria D’Enghien), praticamente estesi in ogni dove, a rendere famosissima la Basilica.

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Un particolare degli affreschi all’interno

Immane e fantastica l’opera pittorica realizzata da Francesco d’Arezzo (periodo centrale il 1435), così straordinaria da fare ritenere dagli studiosi la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria seconda solo a quella di San Francesco d’Assisi. Tra l’altro gli archi a tutto sesto e lo stile gotico attribuibile all’interno consentono di accostarla, legittimamente, all’incomparabile Basilica Superiore del Santo dei poveri.

Gli affreschi, ad ogni modo, traspongono la storia e le traversie della famiglia Orsini Del Balzo. Anche se, in verità, esistono più strati di affreschi e quelli visibili si riferiscono al periodo (siamo attorno al 1420) che coincide con il ritorno a Galatina di Maria D’Enghien rimasta vedova di Ladislao Durazzo, re di Napoli, sposato in seconde nozze dopo la morte del primo marito Raimondello Orsini Del Balzo.

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L’interno della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria

Differenti le tematiche dei disegni in ognuna delle cinque arcate. Nella centrale si distingue la rappresentazione dell’Apocalisse. Nelle altre la Genesi, la vita di Gesù, i quattro evangelisti, scene di vita di Santa Caterina d’Alessandria. Dovunque angeli, arcangeli, cherubini e serafini.

Tra le innumerevoli reliquie che formano il tesoro della Basilica, merita menzione un dito di Santa Caterina che Raimondello Orsini avrebbe staccato con un morso alla Santa mummificata nella chiesa sul monte Sinai in occasione di un pellegrinaggio. La splendida chiesa – peraltro con un magnifico chiostro adiacente – è stata dichiarata Basilica Minore Pontificia nel 1992.

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Vista di una parte del soffitto

AraTravel Tour Operator organizza escursioni a Galatina con visita alla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria