Se siete dei turisti, e state pianificando le vostre vacanze nei pressi di Lecce, siate pronti a segnare sulla vostra main-list dei “luoghi da visitare” anche Galatina!
Eletta città d’arte nel 1793 e patria del pasticciotto, Galatina è un comune dell’entroterra a venti minuti in macchina dal capoluogo salentino.

Annoverata da Forbes – celeberrima rivista statunitense – come una delle città del sud Italia che vale la pena visitare, ammalia per il connubio tra la bellezza dell’architettura barocca e il fascino di una tradizione antica. Le piazze e le vie del centro storico di Galatina sono come i corridoi e le sale di un museo a cielo aperto, in cui ci si imbatte in una moltitudine di chiese cinquecentesche e palazzi antichi, testimonianza delle origini signorili di questa città.

Cenni storici: città d’arte tra mondo ellenico e cattolico

Già abitata in epoca preromana, Galatina fu poi distrutta dal popolo dei Goti. Una prima parte della storia della città si racconta attraverso lo stemma civico che è testimonianza di un dualismo culturale.

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Nello stemma, in basso, è rappresentata una civetta, animale sacro alla dea Minerva, divinità a cui fu dedicata la fondazione della città; in alto, figurano le chiavi pontificie conferite da Papa Urbano VI alla città, in quanto centro propulsore della latinità nel sud Italia. Per tutto il medioevo, i fatti storici di Galatina furono segnati dall’incontro-scontro tra il mondo ellenico-bizantino e quello cattolico-cristiano.

Tuttavia, la città raggiunse il suo massimo splendore tra il XVI e il XVIII secolo sotto il dominio di Raimondo Orsini Del Balzo, detto “Raimondello”. Fu questo il periodo in cui il tessuto urbano della città si sviluppò notevolmente attraverso l’ampliamento della viabilità, la realizzazione di strade lastricate in pietra, l’innalzamento di cinta murarie e la costruzione di pregevoli palazzi signorili con corti centrali.

Alla morte dell’ultimo erede dei De Balzo, Galatina acquisì il titolo di ducato e passò nelle mani della famiglia Castriota Scanderbeg la quale, però, non riuscì a conquistare le simpatie del popolo a causa di un’imposizione tributaria troppo alta. Ciononostante, fu durante il potere dei Castriota che Galatina si trasformò in una delle città d’arte più importanti del sud Italia: centro propulsore di cultura, vide passare lungo le sue strade alcuni tra i più importanti letterati, filosofi, pittori e scultori dell’epoca.

Origine del nome: Galatini, non Galatinesi

Le teorie sull’origine del toponimo della città sono varie e contrastanti. Secondo alcuni studiosi il nome deriverebbe dal greco galatos; per altri sarebbe da attribuire al termine di etimologia greca galathena cioè “latte”, in riferimento alla fertilità del terreno cittadino e alla produttività dei pascoli. Teorie marginali attribuirebbero l’origine del nome a Galatena, la città di provenienza del popolo dei Tassali o a Galata, figlia di Teseo.

Ma la teoria più accreditata, e di interpretazione scientifica, è quella di Gerhard Rohlfs il quale sostiene che il termine “Galatina” deriverebbe dalla famiglia dei Galati da cui, per suffisso greco, si avrebbe Galatini: cosicché i cittadini di Galatina dovrebbero essere denominati Galatini (e non Galatinesi).

Ad ogni modo, il primo documento di origine storica che attesta l’esistenza di Galatina risale al 1178. Nell’atto notarile la città è indicata come “casale Sancti Petri in Galatina”, poiché tradizione vuole che l’apostolo San Pietro, durante un viaggio di ritorno da Antiochia a Roma, sostò presso la città. È solo dopo l’Unità d’Italia che il comune riprese il suo nome originale.

Cosa vedere a Galatina: il centro storico

Antiche mura, erette nel lontano 1700 durante il dominio della famiglia De Balzo, circondano il centro storico di Galatina. Scrigno di un passato lontano, che trova memoria negli edifici religiosi e civili, il centro storico è accessibile attraverso tre porte: Porta Cappuccini, chiamata così per via dei monaci che la varcavano per raggiungere il monte della Pietà, Porta San Pietro e Porta Luce, che prende il nome dalla vicina chiesa avvolta dal mistero di una leggenda antica.

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Passeggiare per le vie, lastricate in pietra, di questa città rappresenta una sorta di itinerario tra religiosità e profanità. Le chiese antiche, di forgia barocca, si alternano ai palazzi signorili in pietra leccese, e l’oro dei soffitti sfuma nei colori traboccanti dei quadri di pittori illustri. Se l’arte e l’architettura, la religione e il profano vi appassionano e vi incuriosiscono, allora Galatina è la città che fa per voi! Di seguito alcuni dei principali siti di interesse di questo antico ducato nel cuore del Salento.

Edifici religiosi

Chiesa Madre

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Costruita ex novo nel 1633, la Chiesa Madre di Galatina si affaccia su piazza Orsini. La facciata in stile tardo barocco, di ineguagliabile bellezza, ospita un grosso portale d’accesso affiancato da due colonne per lato che sorreggono un elegante architrave. La nicchia dell’architrave è dominata dalla statua dell’Immacolata Concezione a cui si pensa che la chiesa fosse originariamente dedicata.

Ai lati si riconoscono le statue dei Santi Pietro e Paolo (patroni della città). L’interno della chiesa custodisce un patrimonio artistico di inestimabile valore: altari in marmo policromo di manifattura napoletana, affreschi che narrano la vita di San Pietro e un mezzobusto in argento che raffigura il Santo. Nella Chiesa Madre è conservata la roccia dove, secondo la leggenda, San Pietro sedette per riposare.

Basilica di Santa Caterina d’Alessandria

Nel cuore del centro storico di Galatina si erge la maestosa Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Costruita nel 1391, fu eretta per volere di Raimondo Orsini Del Balzo. Secondo la leggenda, infatti, il signorotto, di ritorno dalle crociate in Terrasanta, portò con sé il dito della Santa, strappato con i denti da lui stesso in persona. Oggi, la reliquia sarebbe gelosamente custodita tra le mura della Basilica.

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L’edificio sacro si caratterizza per un’abside ottagonale, in stile gotico, e una facciata esterna, in stile romanico pugliese, su cui affiorano decorazioni e figure ricamate nella roccia. La facciata è dominata da un grande rosone centrale appena sopra un bellissimo portale maggiore che sostiene un architrave su cui si riconoscono i Dodici Apostoli e Gesù Cristo

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L’interno della Basilica è completamente ricoperto da affreschi che sembrano prendere per mano qualsiasi visitatore, accompagnandolo attraverso il racconto dell’Apocalisse, dei Sette Sacramenti e della vita di Santa Caterina. È proprio all’interno di questo luogo sacro che sono stati tumulati Raimondo e il figlio Giovanni Antonio Orsini Del Balzo.

Chiesa della Madonna della Luce

Una facciata lineare e sobria è tutto quello che contraddistingue la Chiesa della Madonna della Luce, appena fuori le mura del centro storico di Galatina.

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Una chiesa piccola ma avvolta dal fascino di una leggenda antichissima: si narra, infatti, che Monsignor Santader, di ritorno da Ugento, fu colto da una violenta bufera nel cuore della notte. L’impeto e la violenza della tempesta furono tali da impedirgli di ritrovare la strada per la città.

Santader invocò l’aiuto della Madonna e, d’improvviso, nel cielo comparve un’intensa luce che lo aiutò a trovare la via di casa. Una volta rientrato sano e salvo, il Monsignore diede ordine di far innalzare le mura dell’attuale santuario proprio nel luogo in cui la sua carrozza fu colpita da un fulmine e dalla quale ne uscì indenne grazie all’intervento della Vergine. Oggi, l’icona della Madonna della Luce è collocata al centro dell’altare maggiore ed è oggetto di continua venerazione.

Cappella di San Paolo e il fenomeno del tarantismo
Vicino alla Chiesa Madre di Galatina si trova Palazzo Tondi tra le cui mura è custodita la Cappella di San Paolo. Importante pezzo di storia galatinese, questa cappella ha un inestimabile valore socioculturale: secondo la leggenda, nel corso della loro evangelizzazione, San Pietro e San Paolo furono ospitati presso un “pio-galatinese” che gli accolse in casa propria. I due santi, per contraccambiare la generosità dell’uomo, gli donarono il dono di guarire chiunque venisse colpito dal morso velenoso delle tarantole (una specie di ragno). Da allora, tra le mura di questa cappella si sarebbero svolti i riti purificatori dei tarantolati che attingendo dall’acqua del pozzo della cappella venivano guariti.

Il fenomeno del tarantismo affonda le proprie radici in antiche credenze popolari: chiunque venisse morso da una tarantola cadeva in possesso del demonio. Vittime del morso della tarantola erano soprattutto le contadine – le tarantolate – che vivevano episodi d’epilessia e isterismo. Per poter guarire, queste donne dovevano sottoporsi a rituali noti come “esorcismi musicali”. Riunite per lo più nelle piazze, le tarantolate iniziavano a muoversi a suon di tamburello e musica popolare. Il ritmo era così incalzante che venivano lasciate a danzare fino allo sfinimento; solo così potevano annientare il veleno della taranta.

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Negli ultimi anni, questi antichi riti esoterici sono del tutto spariti, ma al loro posto si è sviluppato il culto per il ballo della taranta. Uno degli eventi musicali più importanti del Salento, e tra i più noti a livello internazionale, è la “Notte della Taranta” che ogni anno attira milioni di curiosi e appassionati. Sono tanti i gruppi salentini che portano in giro per il mondo il culto e la tradizione di questa meravigliosa musica folkloristica.

Se un tempo il ritmo incalzante dei tamburelli aveva un potere esoterico, oggi ha il potere di intrattenere a suon di musica dal vivo. Le tarantole oggi non mordono più, ma il fascino popolare di questo antico fenomeno rimane vivo e centrale nella cultura popolare del Salento.

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Edifici civili

Palazzo Ducale

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Un tempo noto come castello Ducale, è oggi chiamato Palazzo Ducale. Venne eretto nel XIV secolo, mentre la parte più moderna fu ultimata nel 1800. La struttura di questa residenza signorile conserva le fondamenta su cui vennero innalzate le antiche mura della città. Fu dimora della nobiltà galatinese, tra cui quella dei Castriota-Scanderbeg. La facciata principale del palazzo, dominata da un enorme arco con stemma araldico, affaccia su Piazza Alighieri; mentre da Piazza San Pietro si può ammirare la grande terrazza ottocentesca del lato posteriore del castello.

Palazzo Orsini

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Antico ospedale per i poveri e gli ammalati, Palazzo Orsini è oggi sede del comune di Galatina. Venne fatto realizzare, sul finire del XVI secolo, da Raimondello Orsini Del Balzo di cui riconosciamo l’altorilievo posto sul portale d’accesso interno. L’atrio del palazzo è sovrastato dello stemma della casata degli Olivetani e da quella degli Aragonesi.

Cosa mangiare a Galatina: la patria del pasticciotto

La cucina galatinese è un connubio di sapori, odori e consistenze tipiche della tradizione gastronomica salentina. Una cucina semplice che si fonda sull’unione di materie prime fresche e di stagione. Non potrete andare via da Galatina senza prima aver fatto tappa nei ristoranti e nelle botteghe del centro storico dove potrete trastullarvi assaggiando piatti tipici come la carne “a pignato”, cucinata all’interno di antiche pentole in terracotta; le pucce, le friselle e la pasta fatta in casa; le municeddhre (chiocciole) e le rustiche “cadde cadde”, delle pagnotte di grano duro farcite con pomodoro e mozzarella.

I più golosi, invece, potranno gustare uno dei dolci da forno più famosi del Salento: il pasticciotto. Tradizione vuole che Galatina sia la culla di questo gustosissimo dolce di pasta frolla e crema. Secondo un racconto popolare, infatti, il pasticciotto sarebbe nato tra le mura della cucina di Pasticcera Ascalone, uno delle più antiche, ancora oggi sita nel centro storico di Galatina.

Il 29 giugno, durante la festa patronale della città, Andrea Ascalone (proprietario della pasticceria) si trovò a corto di pasta frolla per realizzare una torta; decise, così, di rivestire di frolla alcuni stampi molto piccoli, farcendoli con crema pasticcera. Terminata la cottura e aperto il forno, il risultato deluse il pasticcere, che esclamò “Che pasitccio!”. Il dolce fu regalato a un passante che, però, dopo averlo assaggiato, decise di ordinarne ancora.

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È incredibile come da un “pasticcio” sia nato uno dei dolci più rinomati della pasticceria salentina! Semplicità e bontà sono la firma di questo gustosissimo dolce.
Cosa aspettate? Prenotate anche voi la vostra prossima vacanza in Salento, e venite a fare un giro per le strade di Galatina!

Autore: Martina Patera