Il Salento è una terra tutta da scoprire, piena di tesori archeologici e ambientali.

La grotta dei cervi a Porto Badisco (Otranto) in provincia di Lecce è stata scoperta solo 46 anni fa, esattamente l’1 Febbraio 1970 da cinque appassionati di speleologia amanti del territorio del gruppo “Pasquale de Laurentiis” di Maglie. La grotta naturale costiera, è il complesso pittorico neolitico più imponente d’Europa.

La grotta fu battezzata inizialmente “Grotta di Enea”, secondo un antica leggenda infatti il protagonista dell’Eneide, Enea, in fuga da Troia sbarcò proprio nell’insenatura della grotta; in seguito alla scoperta di numerose raffigurazioni pittoriche di cervi, gli fu dato l’attuale nome.

La Grotta dei Cervi è la più importante testimonianza della presenza dell’uomo nel Salento, i primi abitanti della grotta risalgono a 4 millenni fa.

I ben 3000 pittogrammi in guano di pipistrello e ocra rossa, sulle pareti all’interno della grotta richiamano scene di caccia, simboli magici, geometrie astratte e appunto molte scene di caccia ai cervi. Uno dei più famosi è il Dio che balla che raffigura uno stregone danzate.

All’interno della grotta si diramano tre corridoi lunghi all’incirca 200 metri, e si può accedere attraverso due diversi ingressi: uno occidentale che permette l’accesso solo al primo corridoio e uno orientale che permette di raggiungere  tutti e tre i corridoi della grotta.

Nel primo corridoio  ad un certo punto vi è un bivio: uno in direzione nord, nel quale furono ritrovati due scheletri, e l’altro in direzione sud-est. Il secondo corridoio è ricco di pitture, c’è un’intera volta tempestata da impronte di mani di bambino,  e verso la fine si allarga dando accesso a due sale successive. Attraverso un’apertura molto bassa si può accedere direttamente al terzo corridoio.

La grotta non è aperta al pubblico, ed è visitabile solo virtualmente perché la presenza dei visitatori danneggerebbe i pittogrammi.