Il grande giornalista sportivo Vladimiro Caminiti lo etichettò “Brazil” – per la straordinaria tecnica nel controllo della sfera e nel dribbling che lo facevano facilmente accostare ai talenti sudamericani -, ma per tutti resta conosciuto come “Barone”, per l’eleganza e lo stile inconfondibile che lo caratterizzavano dentro ed al di fuori del rettangolo di gioco.

Franco Causio, la prima vera “ala tornante” del calcio italiano, nasce a Lecce il 1° febbraio del 1949 e diventa campione del mondo di calcio a 33 anni, nella magica notte di luglio del “Santiago Bernabeu”, a Madrid nel 1982 con l’Italia di Bearzot. Un paio di minuti di presenza (nel mondiale spagnolo timbra due volte il cartellino) per l’allora trentatreenne campione salentino.

Il trionfo madrileno è solamente il meritato approdo di una carriera folgorante, consumata da grandissimo atleta e professionista a pendolare sulla fascia (quasi sempre la destra) e confezionare cross da spingere semplicemente in rete. Il titolo di campione del mondo lo avrebbe strameritato nella competizione di quattro anni prima in Argentina, da lui vissuta quale straordinario protagonista assieme ad una formazione impostata sull’ossatura della Juventus degli anni d’oro con gente del calibro di Zoff, Gentile, Cabrini, il povero Scirea, Tardelli e Bettega. Causio inizia a giocare nel Lecce nel 1964 – 1965 in serie “C”.

La stagione dopo, appena sedicenne, abbandona terra e famiglia per andare a San Benedetto del Tronto. Quindi una fugace prima esperienza in bianconero per rientrare poi al sud: Reggina e Palermo nell’ordine. Nel 1970 torna a vestire la casacca della “Madama” e da quel momento il bianco – nero gli resta cucito addosso. A Torino si afferma come centrocampista italiano, con licenza del gol, tra i più forti di tutti i tempi. Numeri da capogiro nelle undici stagioni in serie “A” con la Juventus: 6 scudetti, 1 coppa Uefa (nel ’76 – ’77) e soprattutto 304 presenze nella massima serie, impreziosite da 49 marcature ed una serie infinita di assist (per informazioni rivolgersi a Roberto Bettega).

Ancora tre grandi stagioni ad Udine al fianco di Zico, poi una meno esaltante all’Inter, quindi nel ’85 – ’86 il ritorno a Lecce per una stagione in serie “A” condita da 26 presenze e 3 gol. Tre stagioni, infine, in “B” a Trieste dove nel 1988 conclude un’impareggiabile carriera con la maglia alabardata. L’esordio in Nazionale avviene a soli 23 anni (29/04/1972 Italia – Belgio 0-0 qual. Europei). In azzurro disputa tre mondiali (1974 – 1978 – 1982) ed in totale mette insieme 63 presenze e 6 gol.
Quasi mai un passaggio laterale, un appoggio semplice. Sempre giocate decisive, sgroppate sulla fascia, affondo e dribbling risolutore. Franco Causio, ovvero la classe nel pallone!