Per
gli amanti della storia: Acaya, baluardo rinascimentale nel cuore del Salento

Se, invece, siete degli amanti della storia, vi basterà lasciare la Riserva delle Cesine, salire in macchina e percorrere un tratto di strada lungo circa 5 km per raggiungere Acaya! Ultimo baluardo rinascimentale rimasto perfettamente intatto nel suo stato originale. Abitato da poco più di quattrocento anime, questo piccolo borgo nel cuore del Salento, in provincia di Vernole, dista circa 10 km da Lecce e poco meno dal Mar Adriatico. Nel corso della storia, la sua posizione strategica lo ha reso un luogo di difesa del territorio salentino dagli attacchi dei nemici turchi via mare.

La
“città ideale” del Rinascimento

La frazione
di Acaya
rappresenta uno dei borghi medievali più belli dell’Italia
meridionale
. La cittadina nacque come insediamento medievale e si chiamava Segine;
fu governata dalla potente famiglia degli Acaya per oltre trecento anni,
da cui prese poi il suo nome. Unico, e ultimo, esempio superstite di cittadella
fortificata
del Rinascimento, rappresenta un patrimonio storico
culturale di inestimabile valore. Acaya venne costruita nel XVI secolo e,
rispecchiando l’architettura rinascimentale (in cui l’uomo era misura di tutte
le cose), rappresenta l’utopia della “città ideale” e risponde a
princìpi di razionalità e armonia, senza dimenticare i bisogni difensivi che
l’epoca richiedeva. I lavori di realizzazione della città-fortezza vennero
portati avanti da Gian Giacomo dell’Acaya, uno dei massimi esperti di fortificazioni.
Lo schema urbanistico è a maglia ortogonale; le stradine, perfettamente
parallele e perpendicolari tra loro, sono appena sei e si estendono da nord a
sud e da est a ovest. L’intero borgo è circondato da una cinta muraria,
interamente realizzata in pietra leccese, con i torrioni cilindrici e il
castello isolato da un profondo fossato. L’unico punto di apertura è
rappresentato dalla porta di ingresso alla cittadella.

Un
tour del borgo: da Porta Terra al centro storico, dal Castello antico alla
Cappella di San Paolo

Ed è proprio a partire dall’unica apertura nelle mura fortificate che ha inizio il tour del borgo: realizzata nel 1535, Porta Terra era l’unico accesso al paese.

Porta Terra ad Acaya
Porta Terra ad Acaya

Celebrativa del potere civile e religioso, sulla facciata si possono ammirare gli stemmi delle famiglie nobiliari che si sono susseguite nel corso dei secoli – a partire dagli Acaya – e l’epigrafe dedicata a Carlo V. In cima alla struttura svetta la statua di Sant’Oronzo, protettore del borgo e della città di Lecce. Varcata la soglia di Porta Terra si giunge in Piazza Castello: una piazza ampia su cui si affacciano i pochi bar e ristoranti del luogo, con le stradine di pietra lastricata che si intersecano le une con le altre.

Piazza Castello ad Acaya
Piazza Castello ad Acaya

Proseguendo la passeggiata per le vie del centro storico si può fare tappa presso l’unica chiesa madre di Acaya: la Chiesa di Santa Maria della Neve.

Chiesa di Santa Maria della Neve
Chiesa di Santa Maria della Neve

Edificata nel XIII secolo, la chiesa fu più volte oggetto di rimaneggiamenti fino all’ultimo ampliamento avvenuto nell’800 quando la facciata fu rifatta in stile neoclassico. Parte integrante delle possenti mura difensive è, invece, il Castello di Acaya: imponente capolavoro di architettura difensiva rinascimentale, rappresentava il primo avamposto per avvistare gli attacchi dei nemici turchi.

Il Castello di Acaya
Il Castello di Acaya

Il progetto del castello venne realizzato da Carlo V, ma la sua costruzione fu commissionata all’architetto Gian Giacomo dell’Acaya che diede il via ai lavori nel 1536. Un ampio fossato, scavato nella roccia, circonda l’intero perimetro rettangolare del castello che è delimitato da due torrioni circolari, un bastione a punta di lancia e uno sperone che si congiunge alla cinta muraria.

Cinta murari del Castello di Acaya
Cinta murari del Castello di Acaya

L’unico accesso al castello è rappresentato da un portone di fregio rinascimentale a cui si accedeva grazie a un ponte levatoio. Oggi l’entrata al castello è concessa solo ai turisti che prenotano una visita guidata, grazie alla quale ci si può addentrare nelle stanze di questa fortezza in cui è tenuta la mostra permanente “Roca nel Mediterraneo”. La visita ad Acaya non può che terminare facendo tappa presso la Cappella di San Paolo, appena fuori le mura della città.

Cappella di San Paolo

Costruita
nel XVIII secolo, è un luogo sacro di piccole dimensioni e di foggia modesta:
la facciata è pulita e lineare, presenta un frontone triangolare e una croce
alla sommità. All’interno lo spazio è piccolo e rettangolare, è presente un
solo altare ed è custodita la statua di San Paolo con un serpente
avvolto attorno alla spada. Nonostante il suo minimalismo, la cappella riveste
un ruolo culturale molto importante: insieme con la città di Galatina,
questa cappella è una delle più antiche mete di pellegrinaggio per il fenomeno
del tarantismo nel Salento. La tradizione narra che, un tempo, alle
vittime morse dalla tarantola veniva data da bere l’acqua santa del
pozzo sito fuori le mura della cappella (andato distrutto nel tempo).

Martina Patera