Ruffano

Ruffano sorge sull’omonima Serra, tra querce e lecci. Paese agricolo per eccellenza, vede affidato il suo futuro anche a piccole imprese artigiane e manifatturiere (ferro battuto, merletti, ceramiche artistiche, e soprattutto fischietti in terracotta). L’origine del paese si deve far risalire, senza ombra di dubbio, al periodo dell’occupazione del Salento da parte dei Romani. Riconoscente verso gli uomini che l’avevano fatta grande e potente, Roma suddivise tra loro parte dei territori conquistati; il centurione Ruffo, cui fu assegnato questo lembo di terra, seppe dar vita sfruttando la fertilità della zona, ad un piccolo villaggio che da lui si chiamò Ruffano. Dal V all’XI secolo il paese, preso di mira da diversi invasori, ristagnò in un oscuro anonimato; poi, con l’avvento dell’era feudale e soprattutto della famiglia dei nobili Ruffa, ritrovò la voglia di farsi bello e attraente, e per questo si assistette ad un continuo e notevole sviluppo demografico della piccola cittadina. Ai Ruffa successero altre famiglie di nobili: Colonna, Antoglietta, Falconi, Filomarini, Brancaccio e Ferrante.

Un fascino misterioso emana lo splendido centro storico di Ruffano, con i suoi vicoletti ed i portali che affacciano su di essi, con i suoi bellissimi palazzi e la maestosa Parrocchiale, finita di costruire nel 1705, che vanta alcuni grandi dipinti del pittore locale Saverio Lillo. Austero è il Castello Mediovale fatto costruire dai Brancaccio nel 1626. Elegante e deliziosa è la Loggia Brancaccio che unisce, anche architettonicamente, il castello alla Chiesa Matrice. Esempi di finissima arte barocca sono gli altari della Chiesa del Carmine. Nella vicina Torrepaduli, che è frazione di Ruffano, degno di menzione è il Santuario di San Rocco, con i suoi affreschi cinquecenteschi e i suoi dipinti barocchi. Il protettore di Ruffano è Sant’Antonio da Padova, festeggiato il 13 giugno. I ruffanesi sono chiamati ironicamente “mangiafriseddhe” (mangia friselle – la frisella è un pane biscottato tipico del Salento). Importante testimonianza d’antichi insediamenti umani è il Menhir di Cardigliano, rinvenuto e censito dall’allora vicedirettore della Biblioteca Provinciale, Dr. Alessandro Laporta nel 1973. Si trova sulla strada statale 476, in Contrada Cordigliano.