La storia di Torricella inizia intorno al lontano XI° secolo, quando un nucleo di pastori e agricoltori abbandonò la costa e nell’entroterra cercò riparo dalle incursioni dei pirati saraceni. Segno di quel tempo è la suggestiva Cripta della Santissima Trinità, risalente al XII secolo.
Oggi l’abitato si stringe intorno ad un imponente Castello, realizzato in tufo e a cinque torri, in epoca aragonese, nella seconda metà del XV secolo, e, senza dubbio, tra i più interessanti e meglio conservati della zona.
Nel 1407 Torricella risulta di proprietà dei Capitignano e, in seguito, dei Santoro, dei Montagnese e dei Muscettola. Ancora, dopo l’abolizione dei diritti feudali, appartenne prima a Sava e poi a Lizzano, sino all’autonomia conquistata il 31 luglio del 1954. Dopo Statte, Torricella è, quindi, il comune più giovane della provincia, un piccolo centro a 32 metri sul livello del mare, che vive della sua fiorente agricoltura, ricco com’è di uliveti, coltivazioni di frumento, piantagioni di fichi e allevamenti ovini.
Quasi a difenderla ancora dalle antiche scorrerie saracene, tra Torricella ed il mare, raggiungibile in pochi minuti, a 52 metri sul livello del mare, sorge la piccola frazione di Monacizzo. Le sue origini sono ancora più remote di quelle di Torricella e sopravvivono nello stesso nome: si rintracciano, infatti, nel X secolo, quando alcuni monaci basiliani vi fondarono un casale. Nel secolo XII, invece, Monacizzo entrò a far parte dei possedimenti dell’Arcivescovo di Taranto, mentre il Castello che vi si può ammirare risale alla metà del XVI secolo.

Questo articolo utilizza materiale tratto dal sito web del Comune di Torricella.