Sanarica

Sanarica è uno dei paesi più piccoli della provincia di Lecce e dista circa 36 km. dal capoluogo. Ha un’economia esclusivamente agricola, sorgendo su un terreno fertile e particolarmente adatto alla coltura del tabacco, del frumento, della vite e dell’ulivo. Il paese nacque tra il nono ed il decimo secolo, ad opera di un manipolo di scampati alla distruzione di Muro Leccese, che vollero dare vita ad un nuovo villaggio in un posto non lontano dalla terra natia. In quella zona, fra l’altro, si trovava una chiesetta che custodiva un’immagine della Madonna da molti considerata miracolosa. Nel corso dei secoli la Madonna col Bambino fu protagonista di diversi interventi miracolosi, che hanno giustificato la decisione degli abitanti di Sanarica di porsi sotto la sua protezione e di far sorgere un Santuario, che è meta di continui pellegrinaggi devozionali.
Tra i tanti miracoli, da ricordare l’inspiegabile guarigione di un certo Arcangelo Ingrosso di Alezio, Costretto all’immobilità da un’inguaribile sciatalgia. I congiunti, saputo della magnanimità della Madonna di Sanarica, accompagnarono lo sfortunato nel Santuario per implorare il suo intervento. Appena l’infermo entrò in Chiesa, sentì uno strano formicolio negli arti ed un rinnovato vigore attraversargli il corpo, allora gettò via le stampelle e corse ad inginocchiarsi ai piedi dell’altare.

Gli abitanti di Sanarica sono soprannominati “tira-trai” (tira travi), sarcastico riferimento alla stupidità di alcuni paesani. Si racconta che durante la costruzione della chiesa parrocchiale i muratori, trovarono che la trave maestra era di qualche centimetro più corta del necessario; se non si fosse trovata una soluzione, questo imprevisto avrebbe ritardato di molto il completamento dell’opera. Il capomastro, mostro d’intelligenza, pensò, che se avesse messo la trave nell’acqua, questa si sarebbe gonfiata e allungata. Avendo verificato l’irrealizzabilità della sua teoria, si preoccupò di attuare un altro espediente; chiamò tutti i suoi operai, li divise in due squadre, li posizionò ai due lati opposti della trave e ordinò loro di tirare con tutta la forza che avevano in corpo, sperando così, di allungare la trave: “tira la trai”, gridava il povero illuso.

Questo articolo utilizza materiale tratto dal sito web del Comune di Sanarica.