Salvatore Brigante: Mi sono reinnamorato della pizzica, della musica salentina, gradatamente: senza accorgermi che era già nel sangue. Mi ritornavano alla mente i ritmi, i movimenti e gli sguardi fieri, vecchi e nuovi, dei nostri nonni. Quei movimenti della danza, a volte felpati, a volte veloci e a volte ossessivamente lenti, ma legati tra loro da un’armonia elettrizzante e travolgente.

Io, ex emigrante, riscoprivo la semplicità e la ricchezza dei nostri suoni, dei nostri cibi, delle nostre pietre con nuovo entusiasmo; e una forte energia si era impossessata di me, quell’energia che proviene dalla semplicità delle nostre cose e che è alla portata di tutti: non si compra al mercato, se non c’è devi lottare per averla.

Ho voluto ricominciare con canzoni inedite che nascevano spontanee ed era un peccato non farle crescere, perché tutti hanno diritto di crescere. Ho cercato di non perdere le radici del passato, guardando al presente, mentre componevo i miei testi; e accompagnato dal vissuto, emozioni e momenti si trasformavano in musica, mentre quell’energia di cui parlavo prima mi rapiva per l’intero inverno.

Mi sentivo fiero di essere salentino, figlio di una terra amata e odiata, dove tutto si muove e nulla si muove, dove il tempo sembra essersi fermato e c’è chi ancora guarda al vecchio come a un’arretratezza.

Questa gente non sa che proprio quella presunta arretratezza è la nostra risorsa migliore, perché ci distingue dagli altri e ci caratterizza positivamente. Basta guardare con gli occhi del rispetto ciò che è vecchio, e farlo rivivere come nuovo.

Amo il Sud, le sue musiche, le sue danze, le sue tradizioni, ma amo anche il Nord…

Italia ti amo.

POESIE PER FALCONE… PER NON DIMENTICARE…

“Non basterà una vita

per gridare la mia rabbia,

nemmeno due, cento

per gridare forte il mio sdegno

contro le malefatte.

Non basterà l’amore della più dolce donna

e nemmeno una mente grande

che il mondo migliore sogna.

Non basterà l’universo

per far morire il mio grido

di rabbia e di speranza,

rintronerà tra i gorghi del mare,

nei burroni e nell’oscurità

vestito di luce.

Non avrò paura di gridare il mio disprezzo

e nemmeno di morire

a qualsiasi prezzo.

Non dormirò tranquillo

dopo la mia morte.

Se c’è ancora gente

perseguitata da cattiva sorte.

Non potrò ridere senza pensare

a quanta gente deve crepare.

Sì! Uccisa dai politici di…

Che per il potere vendono le loro anime;

che per ricchezza fingono falsi ideali.

Che per nascondere il fango loro, agli altri

ordinano le tante sofferte morti.

Le bombe di tritolo

a loro le farei mangiare,

a loro le farei gustare.

Per una volta almeno

vedere la paura coi loro occhi

vili e traditori

del popolo italiano…”

” Oggi soffia il vento…

Espero che il vento possa ancora portare per il mondo le parole e la tenacia di Falcone e Borsellino…

E nutro la speranza che in Italia ci siano uomini di giustizia come loro,

magari mimetizzati tra la folla,

che ci facciano sentire orgogliosi di essere italiani.

Figli di una terra che ha sofferto molto, che ha bisogno di chiarezza,

democrazia, libertà, regole semplici ed efficaci…

Mi traspare l’emozione dagli occhi mentre scrivo e grazie a loro mi sento più Italiano.”

Per l’anniversario della morte di Giovanni Falcone.

Salvatore Brigante