Monteroni di Lecce

Monteroni è situata a pochi chilometri da Lecce. Notevoli capacità hanno dimostrato, contribuendo alla nascita sul suo territorio di un grosso polo Universitario e creando le infrastrutture necessarie a questo. Monteroni nacque nel periodo della guerra tra Romani e Salentini; era inizialmente un “mons tyronum”, un campo, in altre parole, dove le reclute si esercitavano prima di entrare a far parte dell’esercito da effettivi. Attorno al campo, perché la presenza militare offriva sicurezza e tranquillità, cominciarono a sorgere le prime abitazioni, che diventarono via via sempre più numerose. Caduto l’impero romano, Monteroni fu più volte terra di conquista per i Saraceni e i Barbari. Con l’avvento dei Normanni, divenne parte integrante della Contea di Lecce; fu data poi in feudo ala famiglia Monteroni, quindi passò ai Martirano e per interruzione dell’asse ereditario, a Contaldo di Castro; buon’ultima fu la famiglia Lopez y Royo. Sulla piazza del paese si affacciano, segni incorruttibili di gloriose pagine di storia, il Palazzo Ducale, costruito dai nobili Lopez nel XVI secolo, con funzione dì fortezza, il Palazzo del Municipio, la Torre dell’orologio e la Chiesa Matrice. Ben conservati nella chiesa sono l’Organo, di pregevole fattura, un Crocefisso Ligneo, una statua in argento del patrono, Sant’Antonio. Nella chiesetta di San Fili, da ammirare, un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna di Costantinopoli.

Santo patrono del paese è Sant’Antonio che viene festeggiato la prima domenica di Agosto. Il suo protettorato risale alla prima metà del XVII secolo; prima di quest’epoca, protettore del paese era S. Giorgio; i motivi che portarono al protettorato del santo padovano, sono tuttora sconosciuti.
Gli abitanti di Monteroni vengono soprannominati “scarpa pulita”. Quest’appellativo fa riferimento all’attività artigianale tipica del luogo: quella del calzolaio. L’artigianato calzaturiero, infatti, ha sempre rappresentato, anche più dell’agricoltura, una delle fonti principali di guadagno per gli abitanti del paese, costretti ad intraprendere l’attività a causa della limitatezza della superficie coltivabile della zona. Molti abitanti del posto, non avendo i fondi necessari per iniziare la nuova attività, erano costretti a rivolgersi agli strozzini, che finivano col succhiare tutti i loro profitti. Per far fronte a questa piaga sociale, e per venire incontro ai poveri malcapitati, fu fondata, grazie soprattutto all’intervento di mons. Giuseppe Signore la “Cooperativa cattolica per i calzolai” di Monteroni. La presenza di un istituto di credito serio, spinse molti monteronesi ad investire tempo e denaro nelle imprese calzaturiere. Nacquero così, le nuove figure dei pellai, dei conciai e molte famiglie del posto trovarono la risoluzione ai loro problemi esistenziali. Il soprannome di “scarpa pulita” trova in tutto questo la sua ragione d’essere.