Miggiano

Miggiano è un paesino situato alle falde della serra di Specchia e dista circa 42 Km. dal capoluogo Salentino. Una delle fonti di ricchezza per il paese è rappresentata dall’allevamento animale, ma da qualche anno c’è chi ha scommesso sull’industria de mobile, investendo sudore e capitali. Sono sorte, pertanto, alcune fabbriche di mobili che danno lustro al paesetto. Miggiano così come è adesso, dovrebbe aver visto i natali attorno all’XI secolo per mano di alcuni coloni sfuggiti alle angherie dei Saraceni. Nel 1878, in un vecchio trappeto che apparteneva al signor Vernaleone Simone, sono stati rinvenuti alcuni reperti sepolcrali (monete, vasi lacrimali, lucerna e scodella) che risalgono senza ombra di dubbio al II secolo avanti Cristo, per cui con certezza si può affermare che in quel periodi esisteva in quella zona un villaggio, andato poi distrutto. Nel 11909 Miggiano fu donato dal re Tancredi con Specchia e Taurisano a Filiberto Monteroni; più tardi il feudo fu regalato da Belisario Acquaviva al Vescovo di Castro (1484). Nel 1818, soppressa la Curia di Castro, I proprietà fu aggregata all’arcivescovado di Otranto.

Patrona del paese è Santa Marina Vergine, che viene festeggiata il 17 luglio; in concomitanza si tiene la storica fiera “te li paniri” (dei panieri). La terza domenica di ottobre si tiene la “fiera di Miscianu”(fiera di Miggiano), di antica tradizione, che ha rappresentato per molto tempo un avvenimento commerciale importantissimo favorendo scambi commerciali tra le maestranze locali e quelle Albanesi, Greche e Jugoslave.
Secondo un’antica leggenda S. Marina, il cui culto fu importato dai monaci Basiliani, trascorse tutta la sua vita in un convento travestita da frate e fu perfino “accusato” di aver sedotto un ragazza. Vi lascio immaginare cosa accadde quando, alla sua morte, si scoprì che, quello che per tutti era frate Marino, in realtà era una donna. Gli abitanti di Miggiano sono detti “mangia-paparine”; non c’è niente di offensivo in questo epiteto, che ricorda una tradizione ancor oggi in vita. La paparina è una pianta selvatica, di sapore leggermente dolciastro che, lessata, ben si sposa con la carne di maiale; è proprio del mese di ottobre, periodo in cui si svolge la “fera te Miscianu” rientra nella tradizione della fiera, la preparazione e la particolare somministrazione di questo piatto a cui attendono tutti gli abitanti di paese.