Lizzano

Le prime presenze a Lizzano si ebbero, molto probabilmente, alcuni secoli prima dell’edificazione del Casale ad opera della contessa Albiria nel 1208. Lizzano dovette sorgere come dimora di alcuni coloni dei molteplici insediamenti monastici esistenti nel suo territorio. Alcune fonti narrano che i primi insediamenti si ebbero intorno ai secoli IX] e X; insediamenti testimoniati dalla presenza , alla periferia di Lizzano, dell’antica chiesa dell’Annunziata, con la cripta ipogea. Quindi Lizzano potrebbe essere sorta in età greco-romana.

Ma altre fonti attestano che Lizzano sia stato edificato nel 1208 dalla contessa Albiria, figlia di Tancredi, re normanno. Fonti, seppur approssimative, narrano che il re normanno Guglielmo il Malo distrusse Lecce, allora chiamata Rudiae, nel 1147. I nobili di Rudiae furono accolti nella città a differenza dei poveri che, invece, vennero respinti. La contessa Albiria, mossa a compassione, decise di assegnare a questi poveri sudditi un territorio vicino a Pulsano dove, nel 1208, s’insediarono molti dei novelli lizzanesi. Gli altri che rimasero fondarono vicino a Lecce il paese di Lizzanello. Il nome di Lizzano deriva, molto probabilmente da Lecce. Molte località esistenti nel territorio hanno, infatti, nomi di derivazione leccese: Padulecchie, Bagnara, S.Cassiano, S.Cataldo. Lizzano prese il nome di Licyano. E’ evidente il legame di Lizzano con Lecce tanto da avere entrambe le città lo stesso simbolo dell’albero del leccio, un tipo di quercia abbondantemente presente un tempo in entrambi i territori. Mentre Lecce ha una lupa alla base del leccio, Lizzano fra i rami del suo simbolo ha una scritta molto particolare “Fracta et ligata refloret (spezzata e legata rifiorisce). La leggenda narra che durante una tempesta la quercia più maestosa del paese fu violentemente colpita dalla furia del vento, fino a roncargli i due rami principali. I lizzanesi rialzarono la quercia e legarono al tronco i due rami. La quercia, quasi per incanto, rifiorì più bella di prima! Questo evento venne considerato come un fatto eccezionale dai lizzanesi, tanto da diventarne il simbolo del paese: il leccio, abbattuto e risorto, fu elevato a simbolo di vita, di resistenza, di animo forte, come forti, vitali e rifiorenti furono i lizzanesi nel corso dei secoli! (Ma sono andate proprio così le cose?).

Questo articolo utilizza materiale tratto da Wikipedia.