Lequile

Lequile è uno dei comuni che ormai fanno parte dell’hinterland leccese, si trova a solo 5 Km. dal capoluogo; ha un’economia fondata essenzialmente sull’agricoltura, si coltivano ortaggi e tabacco; si produce olio di oliva in gran quantità; da tempo sono stati impiantati diversi vivai. La nascita del paese è databile tra il I e II sec. a.C.; periodo in cui i romani avevano sconfitto i salentini ed avevano creato avamposti in tutta la zona. Il fondatore, pare essere stato il centurione Leculo, che ebbe in premio quei terreni per il coraggio dimostrato. Nell’XI secolo e fino al 1463 fece parte della Contea di Lecce del Principato di Taranto; dopo fu feudo indipendente e alla sua guida si alternarono via via i Signori Santa Barbara, Marescalli, Guarini, Panza, Cicala, Crofoglietti, Spinole, Saluzzo. Gli abitanti del paese sono detti “mangia – racali” (mangia rospi). Il soprannome venne loro affibbiato dagli abitanti di San Pietro in Lama, paese vicino, a cui sicuramente non erano simpatici.

Il protettore di Lequile è San Vito, i cui solenni festeggiamenti si svolgono nella quarta domenica di giugno. Al Santo sono riservati anche due altri festeggiamenti: quelli di “Santu Itu Menzanu” (Santo Vito Medio), il primo martedì dopo Pasqua, e “Santu Itu Piccinnu” (Santo Vito Piccolo) il 13 febbraio. I lequilesi ricordano il 13 febbraio per un miracolo accaduto tantissimo tempo fa, durante un violento temporale, di cui ancora oggi ci si ricorda ogni qualvolta il cielo s’incupisce minacciando pioggia. Quel giorno stava accadendo il finimondo; alberi sradicati, campagne allagate, case scoperchiate; gli abitanti del paese decisero allora di riunirsi in chiesa per pregare San Vito. All’uscita molti credettero di vedere S.Vito volare nel mezzo della tempesta, diradare le nuvole, fermare i fulmini e la pioggia; subito dopo, per incanto, tornò il sereno. Diverse sono le strutture architettoniche degne di essere ricordate: Il Convento Francescano costruito nel 1600 da Fra Silvestro da Lequile; le Chiese di San Vito e del Crocifisso edificate agli inizi del XVIII secolo da Salvatore Miccoli. All’usura dei secoli ha ben resistito il Menhir Aja della Corte che si trova sulla complanare della circonvallazione.