LA SEDE di LECCE

Il marchese Carlo BOMBRINI dopo l’accorpamento e la nascita delle FERROVIE DEL SUD EST con Società Anonima, delega con ampi poteri ZOLDESTER GUGLIELMO a gestire e coordinare la SEZIONE DELL’ESERCIZIO.

Viene licenziato il geometra OLAS FERNANDO (nominato dalla Provincia di Lecce per gestire le FERROVIE SALENTINE).

ZOLDESTER GUGLIELMO per meglio organizzare e gestire la neo Società Anonima, si preoccupò a far acquistare un vecchio caseggiato che confinava con la Stazione Ferroviaria corredato da un ampio terreno confinante con delle profonde cave utilizzate a fogna nera e bianca per la città di Lecce e il palazzo Pedio (posto sotto sequestro dal tribunale) prezzo £.50.000 .

La sede delle ex FERROVIE SALENTINE a LECCE erano di fronte al palazzo delle Poste e Telecomunicazioni, composto di 13 stanze e di un giardino (attuale via F.Cavallotti)

Il palazzo Pedio due piani prospiciente il piazzale della Stazione Ferroviaria l’ingresso principale era dal piazzale ferroviario l’ingresso sul (attuale viale O.QUARTA) vi era l’entrata per il ricovero delle carrozze collegava il palazzo alle stalle dopo aver attraversato un lungo viale che terminava all’inizio dell’albergo provinciale. Confinava con la caserma dei carabinieri, finanza e un ampio deposito promiscuo tra dormitorio per lavoranti stagionali e ricovero attrezzi il tutto era in muri in pietra e coperture in legno.

La trasformazione del palazzo PEDIO in sede FERROVIE DEL SUD EST Società Anonima fu progettata dal responsabile della SEZIONE ESERCIO in persona l’entrata principale fu disposta dal viale G.CIANO n.1 il primo piano fu trasformato in uffici e archivio il piano terna entrando a sinistra in alloggio del RESPONSABILE della Sezione Esercizio.

In contemporanea nasceva l’Officina Ferroviaria in quel CASEGGIATO si crearono stanze per gli Uffici un Dormitorio per il personale viaggiante, la restante campagna si creano gli ambienti per operare su i mezzi ferroviari, si crearono depositi per il carbone e dei materiali occorrenti a gli interventi manutentivi o per le ristrutturazione dei mezzi.

L’Officina di TRICASE ideata e costruita sotto la S.A. Ferrovie Salentine fu chiusa e il tutto fu trasferito a Lecce.

Il primo capannone disposto al centro iniziò a pieno ritmo (dallo scritto di annuncio)

Lunedì 01 aprile 1940

DIREZIONE GENERALE – ROMA

“Addì ore 7.00 il capannone n°5 dopo le dovute prassi di controllo e l’attivazione della rete elettrica – idrica e fognante i relativi collaudi alle due macchine si è proceduto alla realizzazione dei tagli a misura per la realizzazione dei braccioli e schienali. Si è provveduto alla registrazione della prima commessa in cui saranno ben descritte le lavorazione, il materiale utilizzato lo sfrido i costi le ore di lavorazione e costo degli operatori……………”

Da quel reparto si crearono le forte, finestre, lucernai e quanto servisse a quel neo palazzo i portoni furono fatti nell’Officina di Bari sotto il rigido controllo dei fratelli BACCAPELO divenuti Capo e Vice Officina delle Ferrovie del Sud Est.

L’Ispettore Superiore si prodigò alla creazione di scrivanie, tavoli, tavoli dattili, leggii cassette in legno per raccolta dei documenti, armadi, armadietti, poggia piedi sotto ogni scrivania e rivestimento dei muri negli uffici.

Erano così bravi in tali opere che l’Ispettore Superiore responsabile della Sezione Esercizio li utilizzò per la fornitura di tavoli e armadi per tutte le stazioni di sua competenza.

Nel 1941 il Responsabile della Sezione Esercizio si dedicò all’arredo del proprio ufficio personalmente tanto che giornalmente era insieme a gli operai per la scelta del legno e il controllo di quanto essi facevano, vista l’abnegazione il rispetto e spesso anche i buoni suggerimenti nella lavorazione decise di progettare il suo tavolo scrivania e la sedia (quelli sul mercato non erano di suo gradimento)

L’organizzazione obbligava il Responsabile della Sezione al controllo e alla firma di tutte le attività dell’esercizio.

Il Responsabile decise di progettare e far eseguire oltre a gli armadi il rivestimento in legno il suo Ufficio il candelabro con 7 lampade e una al centro il solito appoggia piedi la scrivania idonea alle sue esigenze:

Materiale faggio evaporato parti scorrevoli 4 nella parte anteriore e due per i lati in larice (molto usato per i carri e vetture ferroviarie) lunghezza cm.250 x cm 120 le parti scorrevoli portavano ad ampliarla cm.320 x cm.190 sul piano vi erano una lampada in ferro (acquistata) una struttura in legno che conteneva 12 pulsanti e un altoparlante per ricevere e un microfono emittente occorrente per chiamare in tutte le stanze dove erano disposti gli impiegati. Un telegrafo corredato da 5 bobine in carta per i ricambi nelle trasmissioni al centro un vetro cm.150 x cm.80 che mostrava tutta la linea ferroviaria che metteva in risalto i cognomi dei responsabili Stazioni,Assuntorie,Sorveglianti,Accenditori. Sulla sua destra un raccoglitore in legno vi erano le presenze degli impiegati, uscieri e autista,sulla sinistra vi erano le 12 cassette contenenti tutto ciò che era stato svolto nei dodici reparti. Nella cassettiera di destra oltre ai ripiani vi erano arrotolati i disegni geometrici e tecnici di ogni punto della proprietà ferroviaria e progetti in esecuzione. L’allargamento della scrivania avveniva nelle riunione dei collaboratori per discutere o nella esposizione dei piani societari era un modo per dare la possibilità a tutti di avere l’appoggio per documenti o meglio seguire il dibattito di progettazioni. La parte più importante della scrivania era il centro dove ogni due ore gli veniva posto il verbale di entrate e uscite rilevate dal responsabile dell’Ufficio Cassa in esso vi erano la somma degli incassi per biglietti spedizioni colli svincolo carri affitto carri e vetture e il pagamento giornaliero dell’arrivo giornali per la rispedizione su tutto il territorio salentino.

La progettazione della sedia che utilizzò dal 1941 al 1978:

Materiale faggio rivestimento in velluto rosso sino al 1970 per restaura e messa fuori uso. nel 1976. La parte più difficoltosa avvenne per la realizzazione dello schienale e l’ ammortizzare la sella che appoggiava su molloni ricavati dalle sospensioni inservibili delle locomotive.Copyright 2008 – Progetti & Immagine sc – All rights reserved.

Dott. Cesare Paperini cesarepaperini@alice.it