Diso

Diso è un piccolo paese dell’entroterra salentino che, unitamente alla sua frazione Marittima, basa la sua economia essenzialmente sulla pesca e sull’agricoltura. La sua origine, da alcuni studiosi, come G. Alessio e F. Ribezzo, è ritenuta messapica mentre altri ritengono che il paese possa essere stato fondato da una colonia di greci. Secondo Giacomo Arditi, nel X secolo, Disio era una zona ridente e salubre e per queste peculiarità alcuni Signori di Castro e qualche Conte cominciarono a costruirvi le proprie ricche dimore. Giunsero poi, gli scampati alle stragi e alle distruzioni di Otranto e Castro e Disio corninciò ad assumere ltaspetto di un borgo, quindi divenne un vero paese. Il primo feudatario di Diso fu Nicolò di Franco, poi subentrarono i signori Barone, quindi fu annesso alla Contea di Castro, poi divenne proprietà della famiglia Rossi.

Nel 1800 Diso ottenne l’autonomia amministrativa. I Patroni del paese sono i S. S. Giacomo e Filippo che vengono festeggiati il primo maggio.
Una leggenda spiega il motivo per cui vennero scelti come protettori. Vicino all’insenatura di Acquaviva, nella frazione di Marittima, fu trovata una nave deserta; stranamente, chiunque tentasse di avvicinarsi, veniva respinto da una forza invisibile e per questo, nessuno riusciva a salire a bordo. I tentativi si succedettero nel tempo, ma erano resi tutti vani, per cui dovettero desistere prima gli abitanti di Castro, poi quelli di Andrano ed altri ancora. Jra lò stupore generale, solo gli abitanti di Diso non trovarono ostacoli e, saliti a bordo della nave, trovarono due grandi statue dei Santi Giacomo e Filippo. Si disse che questo era un segno divino e testimoniava la volontà dei santi. Per cui le statue furono portate nella chiesa del paese ed essi eletti patroni. Gli abitanti di Diso vengono soprannominati “unagnuli”, agnelli, in riferimento al fatto che in occasione di una solenne cerimonia religiosa il parroco, al posto dell’unico consta del paese che era in quel momento irreperibile, fece esibire, accompagnati dall’organo, due agnelli. Il soprannome deriva tuttavia anche dalla particolare caratteristica dei terreni del paese, alcuni adatti alla coltivazione del foraggio, altri invece sono tenuti a pascolo; per questo adatti ad un buon sviluppo dell’allevamento di pecore e agnelli.