Corsano

Corsano, secondo alcuni studiosi, è stato fondato da un centurione romano, di nome Cursio, che ottenne questa terra come ricompensa per le sue vittorie, ma di certo si sa che nel 1190, al tempo dei Normanni, era un fondo agrario ed era stato donato a Fabiano Lacuro, da questi passò poi ai Cicala ed infine ai Capace. Il paese è situato su di una altura rocciosa e solo l’operosità e la tenacia dei suoi abitanti, la maggior parte dedita all’ agricoltura, ha fatto si che con vigorose opere di dissodamento, si potessero ottenere coltivazioni di uva, olio e tabacco. Nella piazza centrale del paese vi è un castello seicentesco; Corsano ha due chiese quella di S. Sofia e quella di S. Biagio il cui campanile, alto più di trenta metri, è sormontato da una grande croce. Gli abitanti di Corsano sono chiamati “carcagni tosti” (calcagni induriti, sia perché i corsanesi erano abituati a camminare a piedi nudi sugli scogli e sia perché essendo 1’economia del paese molto povera erano costretti a cercare lavoro in altri paesi, dove si recavano a piedi).

Il patrono del paese è San Biagio e si festeggia il 3 febbraio. Era questi un grande vescovo armeno, nativo di Sebaste. Non si conoscono i motivi per cui fu eletto a patrono del paese, si suppone che la devozione sia stata importata dai monaci basiliani che portarono in questa terra il culto per il véscovo, famoso per gli interventi prodigiosi su molte malattie della gola. Nella zona San Biagio operò alcuni miracoli come quello che riguarda un gallipolino, venditore di noccioline, che irrise alla statua di San Biagio portata in processione esclamando “A stu muzzune nde facime la festa?” (a questo piccoletto facciamo la festa?). Poco dopo l’uomo stava per soffocare e si salvò solo quando, ricordandosi delle parole dette nei confronti del santo, chiese perdono e pregò S. Biagio di aiutarlo. Un bambino in coma per un male alla gola si salvò quando gli fecero baciare le reliquie del santo.