Collepasso

Collepasso, piccolo centro salentino, sorge sulle pendici della Serra di Sant’Eleuterio e dista dal capoluogo 32 Km. La sua autonomia comunale è abbastanza recente, risalendo all’anno 1907; prima di allora era una frazione di Cutrofiano quale la sua storia è accomunata. Collepasso deve il suo nome alla collina su cui è sorta, ubertosa e ricca di pascoli; il toponimo deriva, infatti, dal latino Colle pascorum (Colle dei pascoli). La sua economia è basata soprattutto sulla produzione di tabacco e vino, molto sviluppata è anche la coltura dell’ulivo Patrona e protettrice è Maria SS. delle Grazie che si festeggia il 7 e l’8 Settembre giorni in cui si svolge anche una grande fiera mercato; compatrono è S. Antonio ricordato il 13 Giugno. Per celebrare la Madonna gli abitanti di Collepasso fecero costruire una statua della Madonna delle Grazie che fu posta all’interno della Chiesa di Santo Spirito, ubicata a fianco del palazzo baronale e che da allora fu dedicata appunto alla Vergine.

Con gli anni la chiesa si arricchì di altre statue: un devoto, Vito Catoldi, offrì come ex-voto la statua di Sant’Antonio da Padova Donato. Marra sciolse il voto fatto per ottenere la salvezza della moglie, donando la statua della SS. Trinità. Si racconta, che questi si erano recati di buon mattino in campagna, alla ricerca di un tesoro che era nascosto in un posto sognato da Marra. Invece del tesoro trovarono un grosso serpente che si avviluppò attorno alla donna. Le spire avevano ormai attanagliato il collo in una stretta mortale, quando all’uomo venne in mente di pregare la SS. Trinità; per incanto, in quel momento, il serpente allentò la stretta e scappò via. Gli abitanti di Collepasso vengono chiamati “li saracini de Culupazzu”(i Saraceni di Collepasso) anche se sembra impossibile collegare gli antichi conquistatori (gente dedita ai piaceri della vita) col significato che invece viene dato al soprannome (gente avara e poca propensa al divertimento) ma tant’è: in passato quando si doveva offendere non ci si ponevano molti problemi di coerenza e la cattiveria la faceva da padrone.