Alessano sorge nel cuore
del basso Salento, a pochi chilometri dal Capo di Leuca.  Questo piccolo e antico paese, che comprende
le frazioni di Montesardo, Macurano e Marina di Novaglie, è il luogo che
ha dato i natali a Don Tonino Bello.

Scrigno di un patrimonio storico-culturale e paesaggistico millenario, è stato insignito del prestigioso riconoscimento di qualifica a Città d’Arte. E, dal 2016, fa parte dell’associazione Borghi Autentici d’Italia.

Etimologia:
tra storia e mito

Le
teorie sull’origine etimologica e sulla fondazione del borgo sono
varie e contrastanti, e muovono da convinzioni di natura storica a ipotesi di
suggestione mitologica.

La
tradizione attribuirebbe ad Alessio I Comneno, imperatore bizantino, la
fondazione del paese e la paternità del toponimo che deriverebbe dal nome greco
“Alexis” o “Alexus”, con l’aggiunta del suffisso “-anos”. Ciononostante, non
esistono documenti ufficiali a riprovarne la veridicità.

Secondo
alcuni studiosi, il nome del paese è da ricondurre al verbo greco “alexo” che
vuol dire “respingere, proteggere dai nemici” e ne confermerebbe l’originaria
funzione militare.

Altri ancora, ne legano l’etimologia agli abitanti del fiume Ales, presso Reggio, o ai soldati provenienti da Alesia di Gallia.

Altri ancora, ne legano l’etimologia agli abitanti del fiume Ales, presso Reggio, o ai soldati provenienti da Alesia di Gallia.
Etimologia nome di Alessano secondo cui la fondazione del borgo è legata a Dedalo.

Ma
la teoria più suggestiva è quella proposta da Cesare Rao, filosofo del ‘500,
secondo cui la fondazione del borgo è legata a Dedalo. Questo celebre
personaggio della mitologia greca – fautore del labirinto del Minotauro
– sarebbe atterrato sulla zona del paese a seguito del suo famoso volo.
L’architetto, meravigliato nel vedere intatte le sue ali “edificò questa
città, la quale dalle salvate ale chiamò ALESSANO, che tanto suona quanto alae
sanae!”.

Un
po’ di storia di uno dei borghi più belli d’Italia

Nonostante
non si sia in grado di stabilire con esattezza una data di fondazione, i
numerosi rinvenimenti fanno di Alessano un sito d’origine rupestre.

Tuttavia,
le prime reali testimonianze storiche risalgono all’età feudale. Durante questo
periodo si affermò il dominio dei Normanni grazie al quale il borgo
assunse un ruolo predominante nel Capo di Leuca, divenendo sede
vescovile fino al 1818.

Tra
il XV e il XVI secolo, il paese si trasformò in una delle signorie più
prestigiose del Salento meridionale. Il susseguirsi del potere di
importanti famiglie nobiliari, (dai Del Balzo, ai De Capua fino ai Gonzaga),
conferì lustro e prestigio alla città pugliese che venne convertita in
un nevralgico centro commerciale che attraeva ricchi commercianti da ogni dove.
Furono questi gli anni in cui se ne sviluppò il tessuto urbano e culturale:
vennero costruiti maestosi edifici e palazzi di gusto rinascimentale e
fiorì un imponente movimento letterario.

La
prosperità di Alessano ebbe fine nel 1837, anno in cui morì di colera l’ultimo
dei signori, e il paese perse gradualmente la sua preminenza. 

Tra vie labirintiche, un patrimonio storico artistico da scoprire Se Alessano sia stato fondato dall’architetto del Labirinto del Minotauro, oppure no, non è dato saperlo. Ciò che è certo, però, è che addentrarsi nel suo centro storico equivale a percorrere un “dedalo” di viottoli e stradine tortuose.

Ciò che è certo, però, è che addentrarsi nel suo centro storico equivale a percorrere un “dedalo” di viottoli e stradine tortuose.
Le stradine del centro storico di Alessano

Indiscutibile,
è la struttura urbanistica di impianto medievale di questo borgo in cui le case
a corte si affacciano su una fitta trama di strade e vie lastricate che
sboccano su ampie piazze e slarghi. 

Le
pile ricavate dai blocchi calcarei, i balconi e le finestre riccamente scolpite
dei palazzi signorili, le piccole chiese barocche e i portali in pietra fanno
parte di un vero e proprio museo a cielo aperto. Lasciarsi passeggiare per
Alessano rappresenta un’esperienza unica. È come respirare nell’aria il profumo
di “cose antiche”.

L’avvicendarsi
di tradizioni e civiltà differenti, così come l’incessante lavorio dell’uomo,
hanno contribuito all’eterogeneità del patrimonio urbanistico di questo
borgo. 

Nota
al turista: breve e facile itinerario della città

Dalla
Torre dell’Orologio, fino all’antichissima Chiesa di Sant’Antonio,
si disvelano ambienti unici attraverso cui ripercorrere mille anni di storia. Ecco,
allora, che per evitare di perdersi nel labirintico centro storico di Alessano,
si potrebbe seguire un itinerario semplice e breve. Partendo dalla Chiesa
Matrice
, vero gioiello architettonico, si può proseguire verso il Convento
dei Frati Cappuccini
. È d’obbligo, poi, una passeggiata in via
Sangiovanni
per ammirare le ville di inizio ‘900 e da lì imboccare la via
de menzu
che apre la strada ai palazzi signorili, alle corti, al
quartiere ebraico fin anche alla Chiesa di Sant’Antonio, per
molti la più affascinante dell’intero borgo.

Gli edifici religiosi di maggior interesse

La Chiesa Matrice, o Chiesa Madre di San Salvatore, si affaccia su Piazza Don Tonino Bello. Risalente alla seconda metà del ‘700
La chiesa Matrice di Alessano

La Chiesa Matrice, o Chiesa Madre di San Salvatore, si affaccia su Piazza Don Tonino Bello. Risalente alla seconda metà del ‘700, la collegiata fu edificata per sostituire l’antica cattedrale romanica che ivi sorgeva. È questo uno dei motivi che hanno portato a un continuo rifacimento dell’edificio fino al 1755, data in cui l’allora vescovo decise di erigere una cattedrale ex novo. Il progetto e il cantiere di costruzione della struttura durarono per circa ottanta anni, e la chiesa venne riaperta solo nel 1845. La facciata ottocentesca è incompleta e al suo interno si può ammirare un imponente dipinto di scuola caravaggesca. Proprio tra le navate di questa chiesa, Don Tonino Bello venne vestito sacerdote e celebrò la sua prima messa.

La Chiesa dei Cappuccini risale al 1600. All’interno di questo edificio è custodito un monumentale altare del XVIII secolo.
La Chiesa dei Cappuccini di Alessano

La Chiesa dei Cappuccini risale al 1600. All’interno di questo edificio è custodito un monumentale altare del XVIII secolo. Completamente realizzato in legno intarsiato e intagliato, ricopre tutta la parete di fondo.

Altare intarsiato
Altare intarsiato

Il convento adiacente alla chiesa è occupato in parte dai Frati e in parte è stato destinato a essere la Casa Francescana della spiritualità in memoria di Don Tonino Bello. La dimora svolge la funzione di accogliere chi abbia voglia di trascorrere un periodo di relax o ritiro spirituale.

La Chiesa di Sant’Antonio si trova appena fuori il centro urbano.
La Chiesa di SantAntonio di Alessano

La Chiesa di Sant’Antonio si trova appena
fuori il centro urbano. Un’epigrafe la annovera come la costruzione
più antica del borgo d’Alessano
e la tradizione religiosa ne riconduce la
costruzione a San Francesco d’Assisi stesso. L’interno è caratterizzato da una
navata unica in cui si aprono varie cappelle contenti altari in stile barocco.

Gli edifici civili di maggior interesse Palazzo Ducale e Palazzo San Giovanni sono due degli edifici signorili più importanti di Alessano. Sorgono nel punto più alto del borgo, quasi a coronare il centro storico della città e si affacciano entrambi sull’antica Piazza Castello.

Palazzo San Giovanni fu edificato sul finire del XV secolo sotto la signoria dei De Balzo.
Palazzo San Giovanni Alessano

Palazzo San Giovanni fu edificato sul finire del XV secolo sotto la signoria dei De Balzo. La sua particolarità è data dalla facciata realizzata interamente in un elegante motivo di bugnato a punta di diamante che richiama quello del Palazzo dei Diamanti, a Ferrara.

Anche Palazzo Ducale venne costruito sul finire del XV secolo sotto il governo della famiglia Gonzaga.
Palazzo Ducale di Alessano

Anche Palazzo Ducale venne
costruito sul finire del XV secolo sotto il governo della famiglia Gonzaga.
Importante centro di cultura, questa struttura fortificata, a forma di
quadrilatero, presenta torrioni, merli e una facciata austera tipicamente rinascimentale.

Un
tempo dimora di antiche famiglie nobiliari, oggi entrambi i palazzi sono
proprietà di privati che hanno deciso di investire nel territorio. A seguito di
importanti opere di ristrutturazione, i due castelli sono aperti al pubblico
in un fervore di iniziative artistico-culturali come concerti, mostre e
incontri. Sono organizzati anche ricevimenti su prenotazione.

Il paese di Don Tonino Bello In questo borgo d’Italia è nato e cresciuto un uomo di grande personalità e di profonda fede cattolica: Don Tonino Bello. Oggi, il suo corpo è tumulato nel cimitero di Alessano, un privilegio enorme che attira ogni anno pellegrini da ogni parte d’Italia.

Il paese di Don Tonino Bello  In questo borgo d’Italia è nato e cresciuto un uomo di grande personalità e di profonda fede cattolica.
Don Tonino Bello

Don
Tonino nacque nel 1935 e divenne presbitero nel 1957. Fu ordinato sacerdote
nella Chiesa del Santissimo Salvatore in cui celebrò anche la sua prima omelia.

Nel
1982 divenne vescovo di Molfetta. Sono questi gli anni in cui si fa conoscere a
livello nazionale, combattendo con coraggio per i valori di amore e pace in cui
credeva. Con estrema dignità, rispetto e strenua forza, dedica la sua esistenza
alle battaglie contro l’emarginazione e alle cure verso i più poveri e
bisognosi.

Rinunciò
a ogni forma di potere e coniò un’espressione per descrivere il proprio
operato: la “Chiesa del grembiule”, con la quale indicava la necessità
di essere umili verso il prossimo.

Indimenticabili
sono le sue missioni pacifiche come quella del 1992. Nonostante fosse già
malato, e la sua salute fosse fortemente compromessa da un tumore, Don
Tonino partì da Ancona, con altri cinquecento volontari, alla volta della costa
dalmata
. Lì, recandosi a piedi fino a Sarajevo contribuì alla causa
per la fine della guerra civile soccorrendo la popolazione streamata e
distrutta.

Morì
nel 1993, nella sua casa d’infanzia e in punto di morte espresse il desiderio
di essere seppellito presso il luogo che gli aveva dato i natali.

Oggi, la casa di Don Tonino è diventata un’associazione e i suoi gesti e le sue parole d’amore per la vita risuonano ancora tra le vie di Alessano.

Nell’aprile del 2018 ha avuto l’onore di ospitare Papa Francesco, recatosi in pellegrinaggio presso la tomba di Don Tonino.
La visita di Papa Francesco

Profondamento
radicato nell’immaginario collettivo, questo personaggio ha contribuito al
prestigio sociale e culturale del borgo che nell’aprile del 2018 ha
avuto l’onore di ospitare Papa Francesco, recatosi in pellegrinaggio
presso la tomba di Don Tonino, in memoria del venticinquesimo
anniversario
della sua scomparsa.

Tra
musica popolare e cucina agricola

Come qualsiasi paese salentino che si rispetti, anche ad Alessano le vie del centro sono animate dal folklore che ricorda la notte dei tempi, soprattutto nelle calde sere d’estate. È interessante sapere che fino agli anni ’50, i barbieri alessanesi non solo tagliavano capelli e barba, ma erano anche musicisti. Prima dell’avvento del grammofono e del vinile, infatti, erano soliti suonare in casa in occasione di feste private, animando gli spiriti dei presenti con musiche da repertorio come polke, mazurche e tarantelle.

Questo antico borgo vanta un patrimonio enogastronomico a km 0, in cui è la materia prima a farla da padrone. Prodotti freschi  e di stagione sono combinati assieme per realizzare, ogni giorno, piatti semplici ma genuini. Gusto e tradizione creano assieme una festa di sapori!

Tra i piatti tipici da gustare ci sono:

la paparotta o marenna: un tipico piatto contadino a base di pane

La paparotta o marenna piatto tipico di Alessano.
La paparotta o marenna

raffermo e legumi. I contadini avevano l’abitudine di friggere il pane e consumarlo a colazione così da scaldare lo stomaco prima del duro lavoro nei campi;

la ficandò: una pietanza a base di peperoni piccanti e dolci saltati in padella con olio, cipolle e pomodori. Una ricetta di derivazione normanna che sembrerebbe essere un riadattamento povero della ratatouille.

 La ficando altro piatto tipico di Alessano
La ficando

Inutile dire che queste sono solo alcune delle prelibatezze che si possono assaggiare in uno dei ristoranti o delle masserie alessanesi. Dalla purea di fave alle cicorie, dalle pettole alle sagne ncannulate con le polpette, dal pesce fresco ai formaggi stagionati, dalle crostate di confetture ai mustaccioli, la cucina salentina sa come sorprendere anche i palati più fini.

Come raggiungere Alessano?

In auto
Autostrada fino a Bari uscita Bari Nord; Superstrada Bari-Brindisi o Brindisi-Lecce; da Lecce SS. 16 per Maglie e SS 275 da Maglie ad Alessano.

In treno
Stazione di Lecce

In aereo
Aeroporto di Brindisi

Martina Patera